Stefania Mariantoni

L’ultimo decennio ha visto lo svilupparsi di una legislazione che implica una trasformazione radicale del welfare e di conseguenza del modo di pensare e sviluppare le politiche sociali territoriali. Questa idea innovativa pervade lo spirito della nuova amministrazione che intende procedere alla riorganizzazione del settore puntando sempre più sul superamento del modello assistenzialistico in favore di interventi volti al coinvolgimento di tutte le risorse del territorio, chiamate a condividere percorsi e responsabilità per una governance globale e nella piena applicazione del principio di sussidiarietà.

Un patto sociale cui tutti i cittadini sono chiamati a concorrere e che mette al centro i bisogni sociali della città, non solo delle fasce più deboli. Un patto, nella sua forma più elevata, che dovrà fornire alla popolazione una rete pro-attiva e protettiva di cui fidarsi, una rete integrata con funzione di testimonianza dei bisogni consolidati ed emergenti e come potenziamento delle relazioni tra gli stakeholders.

Una rete che possa vedere il coinvolgimento di tutti: Enti pubblici, strutture sanitarie, attività di tipo privatistico, associazioni sindacali, le tre tipologie del terzo settore (cooperative sociali, associazioni, organizzazioni di volontariato). Ne consegue, dunque, un percorso di condivisione e partecipazione dei vari attori del sociale nell’attivazione di servizi innovativi espletati attraverso la ristrutturazione del settore, la definizione di nuove modalità di lavoro, il reclutamento di nuove figure professionali, la valorizzazione del personale e la formazione continua.

Un Assessorato che vuole sempre più essere il volano dell’integrazione: socio-sanitaria, tra le generazioni, tra i cittadini, tra le realtà produttive, tra le realtà formative, tra le culture e tra i sogni e la realtà.