La festa, prevista nell’ambito delle celebrazioni in onore di sant’Antonio di Padova, risale almeno al 1600 e prevede che la “macchina” con la statua del Santo, venga ornata con ori e argenti e portata a spalla dai confratelli della Pia unione di sant’Antonio di Padova che, scalzi e coperti di umili vesti, procedono lungo le vie infiorate e illuminate.
La processione, che parte nel tardo pomeriggio e dura quattro ore circa, è detta “dei ceri” perché i fedeli al seguito recano grandi ceri votivi che arrivano a pesare fino a 30 kg. I più enormi sono trasportati su speciali carretti. Al termine delle celebrazioni religiose ha luogo l’offerta tradizionale di cioccolata e biscottini. A tarda sera si svolge infine un suggestivo spettacolo pirotecnico.
La Festa è una tradizione che la giornata della processione si apra nella sagrestia di San Francesco con la calda e densa cioccolata che per molti anni è stata preparata a mano dalle suore dell’istituto del Divino Amore e che dal 2006 è invece affidata all’abile lavoro di pasticceri esperti, tutto viene accompagnato da buonissimi biscotti.
La chiesa nel frattempo si riempie di persone per le CONFESSIONI che si tengono alle ore 8.00. A scandire la giornata ci pensano le SANTE MESSE previste alle ore 8.00, 10.00 e alle 11.00, quando si celebra il solenne pontificale presieduto da S.E. Rev.ma Mons. Delio Lucarelli - Vescovo di Rieti.
Alle 15.00 si inseriscono le stanghe nella macchina per il trasporto, sono lunghe circa 8 metri, sono di metallo a sezione quadrata, avvolte da un rivestimento morbido in pelle. Lungo il percorso sul quale sfilerà la statua ci sono già le persone che si occupano di fare bellissime Infiorate che sono state organizzate da giorni: raccogliendo e preparando i fiori, dividendoli in base ai colori oppure colorando la segatura; tutto per realizzare disegni geometrici o altre immagini legate al culto di sant’Antonio che spesso sono delle vere e proprie forme d’arte che durano solo il giorno della processione ma che lasciano bei ricordi nei fedeli che ordinatamente sfilano ai lati della strada per permettere solo al Santo di rovinarle.
Alle 18.00 c’è la benedizione del Cappellano a tutti i portatori, ci sono 3 scoppi di colpi scuri e le campane che annunciano l’uscita della statua dalla chiesa e l’inizio della processione. Dal 2004 per rendere l’uscita della statua ancora più spettacolare si uniscono ai botti dei colpi scuri anche delle esplosioni di coriandoli e palloncini. Alle ore 17.00 si presentano i portatori in chiesa e dopo circa mezz’ora tutti indossano il saio, al braccio legano i fiocchi bianchi e nelle mani hanno i guanti. Un tempo racconta Savino Pasquetti, i portatori erano chiamati dal suono della campana grande.
All’uscita la processione è un po’ caotica, nonostante il cappellano cerchi con l’aiuto di altoparlanti di ordinarla seguendo uno schema ben preciso: inizialmente va il Crocifisso, poi i comunicanti, lo stendardo della Madonna del popolo, i giovani e le donne, la prima banda musicale, lo stendardo della Pia Unione, lo stendardo del terz’ordine francescano, gli uomini, la seconda banda musicale, i confratelli della Pia Unione, la croce parrocchiale, la reliquia con i sacerdoti e il Vescovo (che si unirà alla processione dopo aver benedetto la pianura reatina dal belvedere di fronte alla cattedrale), i gonfaloni delle città presenti, le autorità col Priore della Pia Unione, la terza banda, le consorelle vestite di nero tra cui qualche giovane, una circostanza che mostra il perpetuarsi della devozione per questo Santo nelle nuove generazioni.
Qualche volta sfilano in processione donne o uomini scalzi che ringraziano o chiedono qualche dono al Santo. Chiudono la processione le squadre dei portatori e la macchina con il Santo. Quando la statua rientra in Chiesa la città si è illuminata grazie alle bellissime illuminazioni e non tutto è finito perché i reatini dopo aver ricevuto la benedizione e il saluto del Vescovo, si recano ad assistere allo spettacolo pirotecnico. L’infiorata La solenne “Processione dei Ceri” è accompagnata da una tradizione remota: infiorare le vie principali della città. Il tema dei disegni che vengono effettuati è puramente religioso e questo porta a delle vere e proprie ricerche su libri, enciclopedie e anche affreschi esistenti in alcune chiese. Una volta scelto il disegno da realizzare si rende necessario portarlo nelle dimensioni reali, imposto dal percorso stradale.
Tali disegni vengono preparati in anticipo su grandi fogli di carta da spolvero; questo rimedio è inevitabile quando la figura grafica è complessa o ricca di particolari. L’ingrandimento del disegno avviene o a mano libera o mediante fotocopiatrice. Il materiale utilizzato è puramente vegetale; i fiori vengono raccolti in tutto l’arco dell’anno, a partire dai giorni che seguono l’infiorata. La loro raccolta è infatti l’attività più lunga e laboriosa dell’intero lavoro, ma ha il vantaggio di poter coinvolgere tante persone volenterose e pazienti, anche se non si possiedono particolari capacità artistiche. I fiori non sono altro che rose, gerani, ginestre che, seccati e ridotti in frammenti e freschi danno le varie tonalità di colore.
Oltre ai fiori vengono anche utilizzate le foglie selezionate sia per la forma che per il colore (magnolia, lauro, ulivo). La disposizione dei fiori sui fogli di carta disegnati avviene su uno strato di colla per evitare gli effetti del vento; inoltre i particolari più piccoli richiedono l’uso di piccole spatole, di listarelle di legno, che permettono di disporre i colori con ottima precisione.
Contatti: Pia Unione sant'Antonio di Padova c/o Chiesa di San Francesco - Via San Francesco, 48 - 02100 Rieti
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