Nuova alleanza tra fede e scienza per la conversione ecologica

Tavola rotonda tra laici e religiosi al XII Forum internazionale dell'Informazione per la Salvaguardia della Natura. Un patto tra le religioni per salvare la Terra. Solo scelte etiche coraggiose possono realizzare una conversione ecologica. Abbandonare il carbone significa anche essiccare i fondi al terrorismo.
Scienza e Fede, storicamente in conflitto, non sono mai state così vicine. Il battesimo di questa nuova alleanza è idealmente arrivato da Rieti, dove è in corso il XII Forum Internazionale dell'Informazione per la salvaguardia della Natura, organizzato dall'associazione Greenaccord in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Famiglia. I cambiamenti climatici raccontati dagli scienziati fotografano un Pianeta a rischio estinzione e l’unica risposta possibile è una rivoluzione culturale, una conversione ecologica che può essere realizzata solo attraverso una nuova etica sostenibile. Al centro del dibattito, che ha aperto la sessione mattutina, non poteva non essere la recente Enciclica di Papa Francesco, “Laudato si'”, un documento storico, che per la prima volta ha posto al centro del messaggio religioso la salvaguardia della Terra. Per Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia il cuore pulsante dell’enciclica del Papa è tutto nel “bisogno imprescindibile di una rivoluzione culturale e spirituale” per salvare la Casa Comune. Quella dell’ecologia integrale “è una profezia che coinvolge tutti, non è un tema per governi o uomini che hanno responsabilità apicali, ma riguarda dal primo all’ultimo cittadino di questa casa”, ha aggiunto Monsignor Paglia. La rivoluzione etica deve essere quindi la premessa fondamentale per cambiare la concezione del mondo e le religioni devono giocare un ruolo da protagoniste, respingendo ogni forma di fondamentalismo che è chiaramente “contro la Casa Comune e la famiglia comune”. Per questo motivo, ha concluso Paglia, “c’è bisogno di una nuova alleanza fra religioni e umanesimo verso una nuova conversione ecologica nel senso più ampio del termini, un nuovo Umanesimo che ritrovi armonia tra famiglia umana e la Casa Comune che essa deve abitare”.
Il tema ecologico, del resto, è al centro di tutti i principali testi sacri. Lo ha spiegato Alberto Funaro, rappresentante della Comunità Ebraica di Roma, ricordando come, ad esempio, per la religione ebraica il rispetto della natura “come dono fatto all’uomo da Dio, diventa un diritto-dovere”, e anzi le leggi della tradizione biblica mostrano “grande lungimiranza” rispetto ai problemi della tutela dell’ambiente che oggi ci tormentano. La vera sfida è quindi proprio quella di lanciare “un'asse tra tutte le fedi religiose per un’alleanza di natura spirituale che ciascun credo può motivare dall’interno della propria teologia, specie quando si tratta di religioni che nella loro disciplina contengono indicazioni per il rispetto dell’ambiente”.
È il caso anche dell’Islam, che rappresenta un quarto della popolazione della Terra e deve certamente dire la sua in questa sfida per salvare il Pianeta. “L’Islam può contribuire a questo dibattito”, ha detto Jasser Auda, direttore del Maqasid Institute, sottolineando che un terzo del Corano è dedicato alla Natura. “La Terra è in equilibrio ma è l’uomo che altera e corrompe questo equilibrio” e la religione islamica da sempre offre ai suoi fedeli le risposte etiche per evitare comportamenti deleteri contro la natura. Ogni volta che l’uomo ha separato la politica dall’etica ha perso di vista la lungimiranza nelle scelte per il bene comune, e questo avviene anche nella guerra al terrorismo “che non si combatte con un approccio solo basato sulla sicurezza”.
E proprio su questo tema un forte richiamo è arrivato dal Giuliano Amato, membro della Corte Costituzionale, più volte presidente del Consiglio ed ex ministro che ha collegato il tema dell’ecologia alle nuove forme di terrorismo che si alimentano con i ricavi delle vendite dei combustibili fossili. “Abbandoniamo l’uso dei combustibili fossili”, ha detto il professor Amato, e così oltre a contribuire a salvare la Terra, “essiccheremo il finanziamento del terrorismo”. Per l’ex premier, ogni rivoluzione ecologica non può prescindere dal ruolo della religione come “guida morale irrinunciabile in una società libera”. Per questo non deve esistere conflitto fra democrazia e libertà di religione. L’emergenza climatica, ha aggiunto Amato, “è una vendetta rispetto all’estremismo razionalista post-illuminista. È la scienza che ci dice che il mondo così come lo stiamo conducendo ci porta alla rovina”.
L’appello ad una nuova conversione ecologica è raccolto anche dalla scienza, come ha ricordato Zbigniew W. Kundzewicz, membro dell’accademia polacca delle Scienze. Ma proprio dalla cattolica Polonia, ha sottolineato il geofisico, arrivano molte voci scettiche a proposito della scelta “ormai irreversibile” di abbandonare l’uso del carbone. Uno scetticismo forse condizionato dalle lobby del carbone, che rappresenta l’85% delle fonti energetiche del Paese. Per il geofisico polacco l’enciclica di Papa Francesco “è affascinante perché parla con coraggio di sviluppo sostenibile, di giustizia e equità fra le generazioni”, declinando un nuovo modello di qualità della vita che parte dalla premessa che “l’ambiente non ci appartiene, lo abbiamo ereditato e abbiamo il dovere di custodirlo”.

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