“Rischio sismico: Cosa sappiamo e come difenderci”: grande interesse per la giornata di studi che si è tenuta a Rieti. Doglioni: “Conoscere i fenomeni geologici è la base per calcolare effetti e adottare opere di prevenzione”.

Venerdì scorso, 22 aprile, si è tenuto a Rieti, presso il Polo di Santa Lucia il convegno “Rischio sismico: cosa sappiamo e come difenderci”, promosso dall’Ordine dei Geologi del Lazio e dal Comune di Rieti con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Rieti e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Rieti.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Antonio Cicchetti, dell’Assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici Antonio Emili, del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Rieti Vitaliano Pascasi, del Coordinatore cultura ed eventi dell’ Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Rieti Stefano Eleuteri, e del Vicepresidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio Lucia Fortini, sono state tenute le relazioni da parte degli oratori Carlo Doglioni (INGV), Giuliano Milana (INGV), Massimo Mariani (Delegato alla Cultura dell’Ordine degli Ingegneri), Stefano Pampanin (Università Sapienza) e Leonello Serva (già Direttore Ispra).

“Di terremoti ce ne occupiamo purtroppo solo in occasione degli eventi stessi o per i pochi mesi successivi, mentre è quanto mai necessario attrezzarsi prima dei prossimi sismi – ha dichiarato il prof. Carlo Doglioni (INGV) - Conoscere la natura dei fenomeni geologici è la base per riuscire a calcolare con una buona approssimazione gli effetti che si produrranno con i terremoti futuri, indicazioni basilari per poter adottare le opere di prevenzione necessarie sia sul costruito esistente, che sulle nuove abitazioni o infrastrutture. L’attuale normativa antisismica per l’edilizia residenziale non protegge in modo adeguato le aree epicentrali per le quali dobbiamo invece focalizzare l’attenzione. Ogni edificio fa inoltre storia a sé, sia per il suo grado di vulnerabilità, sia per gli effetti di amplificazione sismica locale, conoscenze imprescindibili in ogni contesto. Il convegno ha visto la presentazione di analisi della disaggregazione degli edifici tipici dell’Appennino e delle tecniche innovative che possono rendere le nuove case in grado non solo di salvare la vita umana ma anche di rimanere integre e utilizzabili dopo il terremoto, senza dover far sfollare per troppi anni intere comunità, lacerandone il tessuto sociale”.

“Un convegno di alto valore scientifico che ha animato la Città di Rieti ed ha riproposto il tema della ‘unicità’ di ogni edificio – dichiara il Sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti – A fronte di ciò non sembri azzardato ripensare all’introduzione del tanto osteggiato ‘fascicolo del fabbricato’, contenente la storia analitica dell’edificio. Cosa che, in fin dei conti, corrisponderebbe alla cartella sanitaria del paziente”.

“Desidero ringraziare i relatori, il Comune di Rieti, gli Ordini Professionali e i numerosi tecnici intervenuti, ai quali, più che a ogni altro, il Convegno era rivolto – spiega il promotore dell’incontro Leonello Serva - Concordo appieno con quanto affermato dal Professor Carlo Doglioni ed è stato un piacere concludere il Convegno illustrando il ruolo della tettonica, quindi dei terremoti, nella formazione ed evoluzione della Conca di Rieti. Ad oggi ritengo, con buona approssimazione, che il terremoto massimo che può colpire l’area sia di Magnitudo intorno a sei. Tale terremoto può produrre il fenomeno della fagliazione superficiale con rigetti dell’ordine dai pochi centimetri a uno o due decimetri; di tali piccoli valori se ne dovrebbe tenere conto nelle microzonazioni in quanto essi, sulla base della mia esperienza, non creano danni sostanziali a strutture ben costruite”.