Sviluppo locale. Il progetto Terminillo è un’opportunità da non perdere

"In riferimento alle valutazioni riportate dal rappresentante del WWF Giampiero Camerini sulle ricadute socio-economiche del progetto comprensoriale di Sviluppo del Terminillo ritengo doveroso, in qualità di assessore alle Attività produttive e allo Sviluppo del Comune capoluogo, avanzare alcune osservazioni.
Innanzitutto mi rassicura la circostanza che la critica al progetto da parte di un’associazione ambientalista si soffermi in primo luogo sulle sue ricadute socio-economiche, confermando implicitamente la solidità del progetto di sviluppo almeno dal punto di vista della sostenibilità ambientale; in merito alla quale i Comuni promotori hanno concentrato le maggiori attenzioni in previsione della procedura di valutazione d’impatto ambientale, avviata, ricordiamo, a dicembre presso gli uffici regionali competenti.
Relativamente alle perplessità avanzate sulle ricadute socio-economiche e sui risvolti occupazionali, è necessario partire dalle valutazioni dalle quali muovono le scelte fatte dalle Amministrazioni che unanimemente hanno approvato il progetto nell’ambito di una visione complessiva di sviluppo del territorio. Ed è su queste che vorrei soffermarmi.
L'attuale recessione economica, che ha ridotto i consumi e contratto la produzione industriale, rende le prospettive socio-economiche del nostro territorio, già penalizzato dalla carenza di infrastrutture, tutt'altro che ottimistiche. L'unico settore che nelle dinamiche di riordino del sistema economico mondiale in atto sembra fornire prospettive di sviluppo, è quello turistico; tanto che oggi, e in particolare in provincia di Rieti, il turismo appare come l'unica potenziale risorsa per poter sperare in un futuro capace di scongiurare un inesorabile declino.
Un territorio come il nostro, lo ripetiamo ormai da tempo, con le sue peculiarità, contestualmente alla difesa del polo industriale esistente e alla valorizzazione delle eccellenze industriali consolidatesi in questi anni, ha il dovere di puntare sullo sviluppo delle risorse che ha, per fare del turismo e della valorizzazione delle tipicità locali: ambiente, cultura, enogastronomia e produzioni locali, un volano per la propria economia.
Personalmente ritengo che, se dal punto di vista industriale l’obiettivo della riconversione sia stato centrato con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma, il progetto comprensoriale del Terminillo, legato alla valorizzazioni delle tipicità locali, culturali e agro-alimentari, rappresenti la vera sfida sulla quale costruire l’identità e la vocazione dell’intero territorio provinciale per i prossimi decenni.
E’ innegabile che il potenziamento delle infrastrutture turistiche del Terminillo, oltre a contenere la nascita di una vera e propria “nuova azienda” in grado di assicurare la gestione e la conduzione degli impianti e delle piste, inciderà sull’offerta turistica che, finalmente, potrà intercettare la domanda proveniente da un utenza che ha, nella vicinanza con la Capitale e nei collegamenti con l’Umbria, il suo naturale contenitore di escursionisti, sciatori e turisti.
Il progetto promosso dalle Amministrazioni comunali comprende molteplici iniziative capaci di intercettare altrettanti interessi sportivi, turistici e di svago, nel contesto di una visione complessiva della montagna non solo “contemplativa” ma orientata allo “sviluppo economico” ed alla “qualità dell’accoglienza”, nella convinzione delle grandi potenzialità che essa offre, rispetto alle dirette concorrenti (Campo Felice, Ovindoli): qualità e varietà delle piste; elevata peculiarità ambientale e paesaggistica; vicinanza a paesi pedemontani storicamente caratterizzati e ricchi di tradizioni; elevata ricettività (soprattutto seconde case); localizzazione strategica nei confronti del bacino dell’Umbria che ha un offerta sciistica quasi inesistente; legami storici di “appartenenza” con Roma utili per veicolare efficaci azioni di marketing; vasta offerta per lo sport, il tempo libero e l’escursionismo durante tutto l’anno in grado di stabilire un rapporto di fidelity con il turista.
E’ impossibile non comprendere come tutto ciò possa anche tradursi in maggiore occupazione e opportunità d’impresa, oppure ignorare come gli investimenti sulle infrastrutture per lo sport, la cultura e il turismo, possano tradursi in un fattore di crescita socio economica delle comunità locali.
Secondo le stime desunte dall’analisi economico finanziaria che sostiene il progetto di sviluppo della stazione montana del Terminillo, solo la gestione tecnica e amministrativa delle nuove infrastrutture e delle piste richiederà, a regime, un numero di addetti pari a 104, di cui 17 assunti con contratto a tempo indeterminato e 87 con contratto stagionale.
La stima delle persone impiegate non comprende però il personale da impiegare nei rifugi, nei centri visita, nelle scuole sci e nelle attività sportive e commerciali esistenti e di nuova attivazione; strutture previste in maniera diffusa e articolata nell’abito del comprensorio in grado di creare un numero importante di posti di lavoro, che quindi si aggiungerà a quelli indispensabili alla gestione diretta del comprensorio.
Con l’ammodernamento degli impianti di risalita del Terminillo e con il collegamento dei suoi bacini sciistici, la domanda turistica subirà un’accelerazione netta e sostanziale.
Aumentando i servizi in favore dell’utenza, crescerà l’offerta di lavoro e la possibilità di creare nuove differenti forme occupazionali, tutte dedicate alla ricezione turistica ottenendo, così, notevoli e positive ricadute sull’intero indotto rappresentato dalle strutture ricettive di intrattenimento, non alberghiere, quali bar ristoranti etc, e le altre attività commerciali, che hanno una redditività propria che contribuisce a portare ricchezza al territorio.
L’indotto turistico e commerciale non sarà gravato dal peso degli oneri per gli investimenti e dalle spese di gestione del sistema, improntato secondo criteri di auto sostenibilità economico finanziaria come si evince approfondendo business plan del progetto.
Insieme all’occupazione direttamente ingenerata dalla domanda turistica, vi è quella a essa non direttamente correlata come, per esempio, quella relativa ai servizi di manutenzione ed alla logistica: parcheggi, strade, sentieri, aree boscate; oppure relativa a servizi specifici quali, i servizi di intrattenimento, medicali, e di assistenza e di promozione turistica.
Sostenere e potenziare l’offerta turistica, creando servizi e infrastrutture in grado di attrarre e sostenere, nel tempo, la relativa domanda comporta ulteriori potenziali vantaggi per i territori e le comunità locali.
Si pensi al potenziamento del sistema dei trasporti e delle infrastrutture, al miglioramento dell’arredo urbano, alla possibilità di stimolare una maggiore sensibilità ambientale nelle comunità locali e, soprattutto, all’attenzione posta verso il recupero di elementi del patrimonio culturale e naturale.
Stabilizzare l’accoglienza e consolidare la vocazione turistica del territorio, favorisce e stimola la conservazione e valorizzazione delle risorse naturali, delle tradizioni e della cultura del luogo di accoglienza.
L’aumento della domanda turistica, promuove e valorizza le produzioni locali (produzioni agro-alimentari, lavorazioni in legno o in ferro battuto, ricami ecc.), rinnovando l’interesse per tali attività e aprendo la strada al recupero di antichi mestieri artigianali.
Le esperienze concrete dimostrano, infine, come la riqualificazione di comprensori turistici offra grandi opportunità per la valorizzazione dello straordinario patrimonio storico e artistico convogliando nuove risorse per la loro conservazione e rivalutazione.
Questa analisi è solo una sintesi degli studi elaborati a supporto della sostenibilità finanziaria e socio economica del progetto comprensoriale, per la cui realizzazione, ricordiamo, è necessario l’intervento di investitori privati e per il quale i 20 milioni di euro stanziati dalla Regione dovranno funzionare da “moltiplicatore”.
Il progetto, dopo tanti anni, è arrivato a una definizione condivisa da tutti i Comuni interessati nella consapevolezza che la sola ricostituzione del bacino sciistico che abbiamo conosciuto negli anni ‘70-‘80, seppure auspicabile, non potrà più essere competitiva con le stazioni sciistiche limitrofe, in assenza di un sistema comprensoriale che veda coinvolte tutte le Amministrazioni e soggetti istituzionali.
Il progetto così condiviso sarà sottoposto al vaglio della Regione Lazio e dei numerosi Enti che parteciperanno alla conferenza di servizi convocata dalla Provincia a garanzia della sua compatibilità ambientale e della sua sostenibilità economica-finanziaria.
A questo percorso possono partecipare in maniera trasparente, nelle forme previste dalla normativa vigente, tutti i cittadini e le associazioni che avranno l’opportunità di esprimere le proprie osservazioni, trovando, mi auguro, una risposta adeguata alle rispettive attese.
Censure pregiudiziali non aiutano il nostro territorio a investire sul proprio futuro, è per questo che invito tutti ad avere un atteggiamento collaborativo e rispettoso dei ruoli, ciascuno per la propria competenza e attitudine professionale, nella consapevolezza che non è più il tempo di perdere le opportunità e le occasioni di sviluppo che, ricordo, sono sempre frutto del lavoro e dell’impegno quotidiano di amministratori, professionisti e pubblici dipendenti."

E’ quanto dichiara l’assessore alle Attività produttive e allo Sviluppo locale, Emanuela Pariboni.

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