Nota incontro Comune organizzazioni sindacali ex Manni

In seguito al comunicato sindacale sulla situazione occupazionale della Casa di Riposo ex Manni, oggetto di un recente accordo tra il Comune di Rieti e la Cooperativa Quadrifoglio sulla sua gestione temporanea, l’Amministrazione comunale ha convocato le parti al fine di affrontare la situazione che si è determinata e verificare il rispetto dell’accordo sottoscritto. Alla riunione erano presenti le organizzazioni sindacali FP CGIL, UILTUCS e CISL FP, mentre la Cooperativa, pur dichiarando la propria disponibilità ad un prossimo incontro con il Comune, che si terrà comunque nei prossimi giorni, non ha ritenuto di partecipare alla riunione.
Le organizzazioni sindacali hanno rappresentato la situazione organizzativa presente alla Casa di Riposo e posto l’accento sul rispetto dei parametri regionali, i quali impongono un numero minimo di operatori socio sanitari in base al numero di ospiti e alle loro caratteristiche (se o meno autosufficienti).
Poiché il rispetto dei parametri regionali è contemplato tra le clausole dell’Accordo tra Comune e Cooperativa, si è convenuto sulla necessità di intervenire, ognuno per la propria parte, verso l’Azienda ASL di Rieti, per una richiesta di verifica del rispetto dei parametri di legge sia all’ex Manni che in tutte le case di riposo del comune.
Infine, in riferimento a interventi alquanto scomposti apparsi sulla stampa locale riferiti ai trattamenti economici dei dipendenti, l’Amministrazione comunale fa presente che il costo del servizio in questione, con la gestione “semipubblica” degli ultimi dieci anni costava ben oltre il doppio di quanto oggi impiega il Comune per supportare gli utenti in termini di integrazione delle rette a parità di trattamento. Costi (circa 1,4 milioni di euro l’anno) assolutamente non giustificabili e del tutto slegati da logiche di qualità del servizio e numero di operatori.
Bisognerebbe chiedersi, invece, con coerenza e obiettività, a quale titolo la collettività, nel decennio in questione, abbia sopportato il maggior costo complessivo di almeno 9 milioni di euro per la maggior parte dovuto ad una articolazione assurda del contratto di “appalto/somministrazione” di manodopera che costava, per operatore, circa tre volte il costo orario riferibile alla retribuzione dell’operatore stesso.

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